MUSICA, CRIMINE E RISCATTO IN ROMAGNA

piadinaCredo che tutto parta da Nessun Nord del Consorzio Portuali.
È lì il crimine. E poi il riscatto.

Nessun Nord, che sto ascoltando pure in questo momento, esce a settembre del 2014. Io lo ascolto qualche mese dopo, dopo che Ale Franchini lo racconta come uno dei migliori album del suo anno.  Senza titolo-4Decido di fidarmi del gusto del nonpiùgiovane Flamingo, che mi aveva già fatto innamorare di Jungle dei The Jungle, e butto su la nuova edizione della Caffé Sport Orchestra…“Ma se me ne sbattevo la ciolla nel 2000, perché li cago adesso?”.

La risposta mi arriva dopo qualche giorno, perché deve crescere dallo stato brado di istinto e diventare ragione: perché so di trovarmi davanti ad una svolta epocale per Cesena. Più o meno come quando Gawa portò i The Diplomats Of Solid Sound al Gallery’s – novembre 2006– e capii che non saremmo mai più usciti dal rockabilly. Insomma, da quel momento divento cosciente che il folkammerda avrebbe invaso Cesena, uscendo dall’episodicità di un acieloaperto o dalle nobrainate et similia con almeno quattro date in nove mesi del Pan Del Diavolo, compresa la Festa dell’Unità a San Zili. Da quel momento so che dovrò soffrire almeno una stagione prima di avvicinarmi di nuovo ad un concerto made in iPiad.

QUELLA VOLTA CHE IL MAESTRO MONTI CI RIMASE SOTTO
La prima cosa che realizzo è che in Cantera sta per consumarsi il dramma. Pop romantico, qualche eco più eucalypto che calypso – la figata che non ti dico dell’eucalipto al brunch della domenica mentre leggi il Washington Post e ti chiedi:“Deeeeeeeeoooooopppo’, ma tzioè, se è un Pozt xké non sta su EffeBBì?” –; testi facili come un sangiovese a Villa Silvia, dove ci si preoccupa solo delle zanzare e che l’amore non si confonda con l’amicizia, perché dopo il seme c’è la fuga; concept da tre quattro ricondivisioni, ma senza link a Di Battista… Metti che Franchini l’ha buttato su sull’asse da stiro dove fa i suoi djset, e possiamo dare per disperso Andrea Monti.
Ed ecco che accade. Perdiamo il Maestro.
Ma, ricordate… il crimine, e poi il riscatto.

Lo step successivo è che Andrea Monti ti organizza il concerto dei thegiornalisti. Nel 2015, in estate. 10 luglio. I thegiornalisti. Non è un caso se adesso molte delle ragazze presenti all’evento siano gravide: un concerto dei thegiornalisti in barchino a Zisnatic è come pescar con una bomba a mano al Lago Valloni: si piglia facile il pesce. I thegiornalisti. Che è come dire il Consorzio Portuali, senza la modestia, il mare e il sorriso del Consorzio Portuali. I thegiornalisti. Quelli che… nel 2012 fanno uscire Vecchio perché chiamarlo Stanco sarebbe stato troppo sincero. Quelli che… dedichi Proteggi Questo Tuo Ragazzo per ufficializzare la friendzone. Quelli che… l’Eukanuba, perché è pien così di cagne.
Winter is coming, e dalla Barriera arrivano altri folkantautorindiemmerda, che se la giostrano tra Cantera, Salotto del Custode e dintorni. Più che La Tempesta, l’uragano. Giuro. Non faccio in tempo a dire che “Calcutta almeno ha una sua dignità” che al Sidro non si regge in piedi. “Il disagio del Battisti di disagioLatina”… bimbi, non è disagio, è che non regge il birrino, e se a Mannarino gli piglia violenta, ad Appino allegra, a Kruger gli piglia e basta, a lui gira triste, molesta e priva di contenuto. Difatti è il trionfo.
E Cesena triste, molesta e priva di contenuto rischia sempre di diventarlo.
Ma, come dicevo… il crimine e il riscatto.

Dopo che Paradiso lo charmizza per una lunga estate calda, Monti si scrolla di dosso Murray, Wes Anderson e la meglio gioventù e, da saggio Barabba post crocefissione con chilometri sulle gambe messi su, vede la svolta elettromagnola teorizzata al Vidia con il Massive, che sdogana Godblesscomputers nel 2013, ed esaltata da Piero Emme con Gold Panda, Com Truise, Clark e Plaid – io aspetto Chet Faker tra il 2016 e il 2017 –: si passa dal Sandista! al Cameo con Louisahhh!!! e Ayarcana in Teatro Verdi. Stay classy, Cesena. Quei ragazzi son cresciuti? Freddanotte rimane ancora nell’anonimato, ma i canterini appoggiati al circuito MAGMA fanno richiamo. Vero è che il progetto è fin troppo elitario per la città, ma almeno c’è del coraggio. E penso che il coraggio vada sempre premiato, soprattutto quando non sfocia nel piagnisteo, come in quel di Bologna in tempi recenti.
Il riscatto. Osare. Uscire dalle fregnacce del Bel Canto e tornare al rischio. Al sudore. A quella parolaccia chiamata “rock”. Che se poi ci si rimette un po’ di più, non abbiamo grossi problemi per venire nel tal posto a bere una birra in più. Siamo romagnoli e, cazzo, dobbiamo ricordarcelo. Perché prima c’è il crimine, e poi il riscatto.

PER NON RIMANERE (TAME)IMPALATI
Parte una rivoluzione lenta, silenziosa, fatta ancora troppo di guerre tra poveri. Mentre altri combattono la battaglia per la musica con l’algoritmo di pagamento di YouTube, i tanti nuovi “artigiani” del live si mettono di impegno per preparare la gran roba. I Mille e i Foo Fighters mettono al centro del mondo la Madonna del Monte, ma fu sera e fu mattina: la buona partenza va sfruttata fino in fondo, perché i 400 metri piani sono una gara più stronza di ciò che non si pensi.
Libero Cola, chiamato a metter su il Trono di Grohl al Carisport perché c’è un tempo per chi pubblica rebus ma pure uno per chi avvita bulloni,  si risveglia improvvisamente dal torpore alternmetalcore e butta soldi in cose che apparentemente non sono rock ma che valgono come valeva il rock quando ancora non lo sputtanavamo con cover online spacciandole per rivoluzione.
Sold out con Vinicio, doppio sold out con Negrita, poi si prende il guadagno e si reinveste sul camaleonte Tricky e si vede quale sarà la risposta: a proposito, il vegliardo trip-hop suona sabato sera a San Vittore… facciamo finta di apprezzare la storia della musica recente per un paio d’ore e andiamo a vederlo, su.
Poi il ‘Padrino’ ci infila Salmo. Che, attenzione a dire che con operazioni del genere il EXTRALISCIO-canzonidaballo-itunesVidia si sputtana: a parte la nuova scena romana che prosegue dai Calibro 35, io non trovo in giro cose più rock di Salmo. E non parlo della musica, ma dell’atteggiamento e del messaggio. Ribaltare.

La roccia che rotola. Salmo ribalta.
Ribaltano i Kelly nei loro live dove sono macchine da Concerto del Primo maggio che farebbero il culo alla maggior parte degli headliner. Ribaltano i Sacri Cuori, versione cappelletto dei Calexico quei dieci-quindici anni dopo, ma avercene di Sacri Cuori che ancora ci portano a scuola di come si suona. Ribaltano gli Ottone Pesante e ribaltavano Kruger, Toni, Mercadini e Duo Bucolico quella sera al Vidia, ma era una roba su cui puntare con più insistenza: i primi bisogna che ci facciamo l’orecchio, magari passando prima dai Musicanti di San Crispino; i secondi si sono un po’ persi nelle loro strambe baruffe. E ribalta Mariani con ExtraLiscio. Ribaltone, anzi. Roba che Germano Montefiori si farebbe una sega se fosse ancora tra noi. O se la farebbe fare da una bella bimba.
Ribaltati è meglio di impalati, temo. O Tame Impalati.

COSA RESTERÀ DI QUEST’ESTATE K16?
Una situazione che ha già dell’irripetibile.
A sud i ragazzi di LP Rock Events smettono per un po’ di stampar volantini e a giugno sparan la combo The Offspring, Pennywise e Good Riddance, mentre ad agosto l’appoggiano leggerina con i NOFX, un’operazione da cinque zeri con davanti un numero che si avvicina a 3: per regalare un’adolescenza o una prima maturità a distanza di vent’anni sono un’investimento da togliersi il cappello, sissignore.
A nord si prepara Woodstock sulla via Emilia, partito come una mezza goliardata e poi come qualcosa di più, augurandogli che non sia un salasso come quell’altra roba di cui sopra.
Poi c’è il Beaches Brew, aggratise, sulla spiaggia, che ammorba con la solita scena pseudo post rock canadese, ma lancia anche qualche bombetta come i Beak>. Tuttavia rimane un problema di fondo, che non è dei ragazzi di Bronson/Hana-bi, ma li uso un istante come esempio: tra Ata Kak gratis in spiaggia e Tony Allen pagando al Locomotiv, fino a 20 euro sto con Tony Allen. Insomma, i festival di più giorni gratuiti hanno sbatta e generano spunti, ma non bastano per innescare un sistema. In Italia si sta ancora troppo al palo, mentre in Spagna scrivono LCD Soundsystem, Radiohead e Sigur Ros come se fosse la normalità. Ah, già… è la normalità.
Poi Pierone fa partire il terra-aria dei Primal Scream e salta il banco. Un’operazione difficilissima da fare da solo, di quelle che ti fanno combattere fino a un secondo prima della firma e poi capisci che la guerra è appena cominciata… probabilmente, ancora una volta dopo la combo Lanegan-Calexico, Piero Emme e i ragazzi di RetroPop Live si prenderanno la palma di evento musicale dell’anno anche per questo acieloaperto, ma mi rimane comunque qualcosa di insoluto nell’aria cesenate, che nemmeno lui può risolvere.
Il Parco dell’Ippodromo.
E l’idea che, tutti insieme, si possa fare qualcosa di serio in quel contenitore.

Chi è bravo con il social si potrebbe occupare del social. Chi è bravo a fare da aggregatore si potrebbe occupare di fare da aggregatore. Chi è bravo a realizzare un concerto si potrebbe occupare di realizzare il concerto. Chi è bravo a raccogliere i soldi si potrebbe occupare di raccogliere i soldi…
Una lineup vera e competitiva, almeno in Italia, per una tre giorni che porterebbe vero indotto, e non il sogno di una notte di mezza estate. Con un biglietto di ingresso vero e competitivo, almeno in Italia. La location c’è. Le risorse umane, dannazione se ci sono. Bisogna solo sedersi a tavolino subito tutti quanti e guardarsi negli occhi. Cosa che non è stata fatta ultimamente. E infatti si è rischiato grosso in più occasioni.

“Mi ricorderò, ti ricorderai/Forse lo farò, forse lo farai” (Consorzio Portuali, In Fila, 2014)

Perché credo che tutto parta da Nessun Nord del Consorzio Portuali.
Forse lo faremo.
O forse no.
Siamo romagnoli. E facciamo sempre il cazzo che ci pare.

© Gian Piero Travini

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3 thoughts on “MUSICA, CRIMINE E RISCATTO IN ROMAGNA

  1. Andrea ha detto:

    Giù il cappello per tutti coloro che letteralmente “si sbattono” per realizzare un concerto, di qualsiasi budget o genere, perché le difficoltà logistiche, burocratiche ed economiche sono un macigno che scoraggia i più.
    Sono però convinto che si debba rischiare anche con la carta d’identità delle band.
    Senza farla troppo lunga: perché quando si cala l’asso, si guarda a band che hanno fatto la storia del rock negli anni ’90, senza proporre nomi attuali?
    Se vogliamo creare una “scena musicale” a Cesena, si dovrebbe fare ciò che ha fatto vent’anni fa il Vidia a Cesena.
    Un esempio? Con le dovute proporzioni, il cartello del Reading Leeds Festival (esclusi i RHCP)

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  2. […] ad esporsi, riportando dopo anni i Foo Fighters a Cesena, ha compiuto l’impresa. Dando forse nuova linfa allo spirito musicale di una città che da troppi anni viene snobbata dalle rockstar, vincolata da […]

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